Giampiero Riccio inizia a tatuare nel 2010, frequentando l’Accademia di Belle Arti e l’ha fatto più per se stesso che di professione. Diventò poi il tatuatore delle persone che lo circondavano, e punto di riferimento per tradurre e comprendere momenti e sensazioni della vita di ognuno di loro: il Tatuaggio aiuta la ricerca di se stessi.
Giampiero dice che “Forse questa differenza nell’approccio mi ha fatto riflettere sull’importanza del tatuaggio nel percorso individuale piuttosto che come fenomeno di tendenza.”
Disegna da che ho memoria, da piccolo avrebbe voluto fare fumetti, poi lungo la strada è diventato design, infine grafica è stato il suo percorso di laurea. Dai disegni per i tatuaggi degli amici ha solo pensato di poterlo fare per se e così si è attrezzato.
“Non credevo dovesse essere la mia strada, è solo accaduto.”
A partire dalla Tesi di Laurea, Giampiero si interroga sul ruolo del tatuaggio nella cultura contemporanea, chiedendosi se potesse essere considerato manufatto artistico, cercando di tenere presente il fenomeno culturale moderno in espansione, che diventa moda e bene di consumo, e contemporaneamente dall’altra parte la ricerca di se stessi con i riti sciamanici di passaggio legati al tatuaggio nella cultura antica.
“Macchiato. Marchiato. Diverso, Alieno, Altro, Diverso, Egotista, Cacciatore di Verità, di se stesso dell’Io, dell’Inconscio, dell’Anima, del Se e di quello Superiore, la Connessione, il Coinvolgimento, Fluire, Cambiare, Scoprirsi, Conoscersi, Conoscere, Ispirarsi, Liberarsi.”
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