Meditazione in movimento: equilibrio del corpo e della mente
attraverso la musica e la danza azteca
La danza azteca è legata indissolubilmente al Messico pre-ispanico; la sua pratica genera benessere fisico e mentale, un’apertura verso forme diverse di movimento, e ci avvicina più direttamente alla cosmovisione della cultura dell’Anahuac, alla filosofia Tolteca, nahuatl.
La danza azteca risveglia e sviluppa alcune delle più importanti facoltà umane (fondamentali per la vita in tutti i suoi ambiti): l’osservazione, l’attenzione, la memoria,la coordinazione psicomotoria, i riflessi, la creatività, la resistenza e la forza fisica-psicologica, la salute fisica, la disciplina, lo spirito collettivo e l’autocontrollo. In essa e durante la sua esecuzione viene generata un’energia collettiva, la stessa che regola il funzionamento intrinseco del cosmo: l’individuo è ed esiste solo in funzione e grazie agli altri in un’unione sinergica. La danza si traduce pertanto in una ulteriore pratica meditativa di centratura del sé, di contatto con il mondo irrazionale e di unione con il non Sé.
La vibrazione prodotta dal suono (vocale o musicale) genera energia incidendo direttamente sul metabolismo, sul sistema ormonale, e sul sistema nervoso. Il battito del cuore della madre che percepiamo durante i nove mesi di gestazione e che riflette una vibrazione a noi familiare , lo possiamo riconoscere nel suono del tamburo lasciandoci pervadere immediatamente da un’onda sonora di fratellanza collettiva. Se a questo vengono aggiunti suoni che riconosciamo in natura come l’acqua, il vento, il movimento strisciante del serpente, il canto dell’aquila, la poggia, ecco che la voce ed il movimento corporeo si traducono in elementi complementari alla generazione di un momento altro, estatico, in cui si può far esperienza di qualcosa d’altro.